venerdì 27 luglio 2007
Ferie imminenti
giovedì 19 luglio 2007
GENOVA - Campagna sensibilizzazione contro l'abbandono
I dati, in linea con quelli nazionali, sono stati illustrati a margine della presentazione della nuova campagna pubblicitaria del Comune di Genova per sensibilizzare i cittadini a non abbandonare gli animali nel periodo estivo. L'assessore alle politiche per gli animali Maria Rosa Zerega ha poi annunciato che ad agosto sara' pronta la spiaggia per i cani sul litorale del ponente genovese, la stessa che, purtroppo, era stata gia' annunciata dalla giunta precedente all'inizio della stagione 2006 quando se ne doveva attrezzare una anche a levante, poi mai realizzata. Entro fine anno, e' stato aggiunto, dovrebbero terrminare i lavori del nuovo canile di Monte Contessa, anch'esso in notevole ritardo rispetto alle previsioni a causa di problemi legati agli appalti con le ditte costruttrici, strutura all'avanguardia che dovrebbe sostituire quella attuale in Via Adamoli. 'Le cause di abbandono sono le piu' disparate, legate a problemi economici, sociali, di salute o di sfratto ma ci sono anche tante persone che abbandonano il proprio cane perche' non riescono a gestirlo - ha detto Clara Buongiorno, responsabile gruppo UNA che gestisce il comune di Genova - Per qusto, prima di dare in adozione un animale, svolgiamo una indagine accurata sul futuro padrone informandolo delle responsabilita' cui va incontro'. La campagna del comune contro gli abbandoni prevede l'affissione di manifesti sui muri cittadini, la diffusione di cartoline e l'affissione di locandine presso le strutture turistiche, gli sgabilimenti balneari, bar e esercizi pubblici, la diffusione di spot radiofonici e annunci sui quotidiani locali. (AGI)
mercoledì 11 luglio 2007
Delinquenti
Coinvolti allevatori e veterinari: già 22 le persone fermate Sgominato traffico illegale di cani In cinque anni importati illegalmente in Italia oltre 70 mila |
MILANO - Importare cuccioli di razza dai Paesi dell’est Europa per rivenderli illegalmente in tutta Italia: è questo il nuovo business delle organizzazioni criminali: «Prima pensavamo che il commercio illegale di cani celasse quello di droga e armi», racconta il maresciallo Marco Mandrelli del Nucleo di Polizia Tributaria di Bologna, in realtà ci siamo subito accorti che era il cane la fonte di reddito». E i conti sono presto fatti. Maggior margine di guadagno e minori rischi rispetto ad
altre importazioni illegali. Questa terribile speculazione ha visto coinvolti, in cinque anni, oltre 70.000 cuccioli per un giro di affari complessivo di diversi milioni di euro. I cani, acquistati in Paesi come Romania, Ungheria e Repubblica Ceca a una media di 60 euro l’uno venivano svezzati precocemente, maltrattati e rivenduti nel nostro Paese a un prezzo che variava dai 500 ai 1500 euro. Molto spesso le loro condizioni erano così gravi da farli morire, dopo l’effetto delle droghe somministrategli per tenerli vispi e in vita, a pochi giorni dall’acquisto: giusto il tempo per far incassare ai propri aguzzini il guadagno. ALLEVATORI E VETERINARI - Uno scenario terribile che ha visto la partecipazione di diversi soggetti incensurati, da allevatori a medici veterinari, appartenenti a una rete organizzativa che era ormai ben ramificata su tutto il territorio italiano. Grazie al lavoro del Nucleo di Polizia Tributaria di Bologna, che coordina l’inchiesta denominata “Black Dog”, in collaborazione con l’Enci (l’Ente Nazionale della Cinofilia Italia che si occupa del rilascio dei pedigree), i Comuni, il Corpo Forestale dello Stato e le Asl ci sono i primi indagati e molti sequestri. E non è ancora finita.
L’indagine continua a diversi livelli e con un unico obiettivo: interrompere questi viaggi dell’orrore grazie anche alla collaborazione dei cittadini che devono avere tutte le informazioni per scegliere un cucciolo sano attraverso le vie legali. «A tal fine, precisa Fabrizio Crivellari Direttore Generale dell’Enci, stiamo vagliando una serie di iniziative volte a rafforzare ulteriormente il controllo delle cucciolate sul territorio. A questo proposito ci sono interessanti idee, che nascono proprio dall’esperienza accumulata in questi mesi di collaborazione con la Guardia di Finanza». LE PERQUISIZIONI - Da queste prime segnalazioni sono iniziate le perquisizioni che hanno permesso di portare alla luce un’organizzazione capillare che si occupava di ogni fase legata alla vendita dei cuccioli: dall’acquisto fuori Italia, all’introduzione nel nostro Paese, alla contraffazione dei documenti, alla commercializzazione vera e propria. «Grazie ai numerosi accertamenti, svolti anche a livello internazionale, è emerso che gli indagati, a oggi 22, disponevano di strutture di base nei Paesi dell’est dove venivano fatti transitare fino a 150 cuccioli ogni due giorni» continua il Capitano Berruti. «I cani, di poco più di un mese di vita, venivano imbottiti di antibiotici e talvolta drogati con un principio attivo derivato dalla vitamina D, in grado di farli crescere nella metà del tempo. Trasportati in camion stracolmi giungevano nei presunti allevamenti abusivi che erano privi dei minimi requisiti igienico sanitari, ambientali ed edilizi previsti dalla legge». |